LA CASSA DI RISPARMIO DI RIETI RISARCISCE IL COMUNE

La somma è consistente, oltre 775mila euro, e a stretto giro la Cassa di Risparmio di Rieti dovrà versarla al Comune di Monterotondo. O per meglio dire restituirla, poiché la cifra, al netto di interessi legali e rivalutazione valutaria, era stata pagata dal Comune stesso alla banca nel 2005 per effetto di una sentenza del tribunale civile di Roma. Oggetto della controversia giuridica tra istituto bancario e Amministrazione comunale la natura del terreno su cui sorge la scuola elementare di via Monte Circeo a Piedicosta, di proprietà della banca fino all’esproprio operato dal Comune allo scopo nel 1981: agricola secondo il Comune, edificatoria secondo la Cariri. Mentre la prima sentenza del 2005 aveva fatto pendere la bilancia a favore dell’istituto bancario, con conseguente versamento risarcitorio dal parte del Comune quantificato secondo i parametri del mercato immobiliare, il successivo pronunciamento della Corte d’Appello ha di fatto accolto il ricorso avverso la sentenza di primo grado presentato dal Comune, stabilendo come l’area in questione fosse, all’epoca della procedura d’esproprio, “non edificabile” e destinata dal piano regolatore ad edilizia scolastica. In ragione di ciò il valore, e quindi la somma risarcitoria, non poteva che essere determinata secondo i parametri del mercato agricolo. L’ultimo pronunciamento (sentenza 6185 del 2012) quantifica tale risarcimento in soli 9mila euro circa tra somme dovute, interessi legali e rivalutazione monetaria: una differenza enorme rispetto a quanto versato impropriamente nel 2005, differenza che il Comune ha prontamente provveduto a richiedere alla banca. «E’ un’ottima notizia – afferma il Sindaco Alessandriintanto dal punto di vista economico-contabile. Anche se stiamo parlando di un rimborso e non di un’entrata supplementare, è tuttavia evidente che, in una fase particolarmente grave come quella che stiamo attraversando e di fronte ad un’oggettiva difficoltà ad assicurare i servizi, questa resa di oltre 770mila euro è davvero provvidenziale per le casse comunali. Altrettanto importante, a mio avviso, è che da un punto di vista tecnico la sentenza riconosce la corretta valutazione dell’indennità dell’esproprio fatta dal Consiglio comunale in carica all’epoca, maturata a ogni buon conto alla luce di precise scelte politico-amministrative: intanto quella di destinare l’area ad un uso pubblico e, non secondariamente, di sostanziare tale scelta localizzandovi la realizzazione della scuola elementare. Un’operazione che ha colto l’obiettivo generale di incrementare il patrimonio di infrastrutture didattico-pedagogiche della città e, nello specifico, di assicurare la prossimità del servizio scolastico ai residenti di un quartiere in forte espansione, che fino ad allora ne erano stati sprovvisti».

 

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